sabato 3 luglio 2004
Il ritrovo con Andrea, Iwan e Matteo è davanti al cancello dell'Università di Mesiano a Trento. Puntualmente alle 8.15 arrivano i ritardatari, dopodichè partiamo alla volta delle Lochere, vicino a Levico. Arrivati alle Lochere abbiamo proseguito in Macchina fino a Monterovere (l'arrivo della nostra escursione) per lasciare una macchina per il ritorno. Lasciata la macchina di Andrea (Polo 1.4TDI) in un luogo sicuro e ombreggiato torniamo a valle con la corolla di Michele per iniziare finalmente la camminata.
L'inizio del sentiero si trova in corrispondenza del primo tornante in direzione Monterovere, dopo l'abergo Alla Vedova in località Lochere. Siamo a quota 550 m.s.l.m.
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La segnaletica avverte che il percorso può presentare l'oggettivo pericolo di caduta sassi, dato l'ambiente particolarmente franoso, e richiede perciò attenzione.
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Si imbocca la mulattiera che si inoltra nel bosco. La stradina sale in leggera pendenza trasformandosi alla fine in un sentiero che poco dopo raggiunge un torrente.
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Dopo aver attraversato il torrente più volte lungo la risalita della valle si sale un pendio sulla destra orografica del rio Bianco fino ad arrivare ad un punto panoramico dove sgorga anche una sorgente. Adesso il sentiero, a tratti attrezzato, sale rapidamente di quota sul lato orografico destro del torrente (ovvero sulla sua sinistra lungo la direzione di marcia) fino al raggiungimento di un bel punto panoramico, dal quale si gode di una bella vista sulla sottostante vallata e sulle singolari architetture rocciose sovrastanti.
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Tratti di cavo metallico, scale e travi di legno permettono di superare in sicurezza i tratti più impegnativi, e di proseguire continuando ad addentrarsi nella valle.
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Dove prima c'era un ponte di legno, a causa del terreno franoso ora sono state collocate delle "cambre" (staffe) piantate nella roccia. Il superamento di queste, nonostante le apparenze, non e' in se molto difficile, ma richiede comunque molta attenzione.
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Superato un ponticello di legno si ritorna nuovamente al torrente che scende da una stretta gola sormontata da impressionanti guglie rocciose. Scale metalliche e funi permettono di risalire alcuni massi del greto del torrente e le rocce alla sua sinistra. Adesso il sentiero continua a salire nel bosco fino alla base di impressionanti pareti rocciose. Un altro tratto che risulta con nostra sorpresa modificato rispetto al giro precedente di 10 anni prima non frena la nostra marcia, e con molta attenzione lo superiamo. Il tratto in questione era un ponte che permetteva l'attraversamento di un dirupo: oggi il ponte e' franato ed e' necessario scendere un tratto del dirupo per poi risalirlo aiutandosi col cordino metallico.
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Proseguendo verso destra e poi di nuovo in salita, brevi tratti di corde metalliche ci permettono di salire velocemente di quota. Una discesa lungo la spalla franosa di un ghiaione (corda metallica fissata in alto) precede una nuova salita. Ormai siamo nella parte terminale della Val Scura. Si torna nuovamente al torrente, passando dal lato opposto della valle, dove ben fissata sulle rocce scure si trova la targa commemorativa.
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Si traversa verso sinistra un grande ghiaione in direzione di un ponte di legno situato nei pressi di una magnifica cascata. Qui abbiamo fatto una sosta per pranzare nella tranquillità e nella bellezza del paesaggio prima di tornare alla civiltà ormai molto vicina (da questo punto manca meno di mezz'ora per uscire dalla via ferrata ed arrivare tra le prime case).
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Si aggira il salto di roccia della cascata sulla sinistra, salendo prima per il bosco e poi a ridosso delle rocce. Infine, si sfocia nel pianoro boschivo che sovrasta la valle. Si prosegue in piano seguendo la mulattiera fino ad un bivio. . Continuando verso destra, dopo un breve tratto di strada sterrata nel bosco si sfocia sulla strada asfaltata, davanti all'albergo Monterovere dove ritroviamo la Polo di Andrea.
L'albergo Monterovere si trova a quota 1.255 m.s.l.m., quindi in totale il dislivello della camminata risulta di 700 m ca. Il tempo impiegato per la salita e' stato di 4 ore, comprensivo della sosta per il pranzo e di molte altre soste per le fotografie.
Lungo la via del ritorno, seguendo la strada del Menador, ci fermiamo per ammirare il paesaggio dal belvedere da cui si può vedere la parte alta della Valsugana con i Laghi di Caldonazzo (a sinistra), Levico (a destra) e Pergine in fondo all'orizzonte.
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Michele, Jenny, Andrea, Iwan, Matteo
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